venerdì 14 giugno 2013

Criteri per la valutazione della rifinitura delle superfici

La realizzazione di una imbarcazione è operazione molto complessa. Come ho più volte scritto, essa presuppone la sinergica cooperazione di variegate e molteplici tipologie di maestranze e professionalità.
Per costruire una buona barca occorre che vi sia un forte connubio fra ingegneri, tecnici e operai specializzati. Non solo.
Per far fronte alla vasta opera di costruzione di un natante (sia a vela che a motore) si necessita di esperti in elettronica, abili impiantisti, motoristi, resinatori, verniciatori …
Le competenze per produrre un oggetto così complesso sono davvero numerose e le squadre di operatori devono essere affiatate, ma eterogenee allo stesso tempo, in modo da poter risolvere un problema legato all'impianto idraulico come ad un ingiallimento del gelcoat.
E, naturalmente, anche se tutti questi compiti e competenze hanno pari dignità e medesima  importanza, è indubbio che una bella barca faccia sempre la sua figura! In altri termini, quello che voglio dire è che i processi di rifinitura assumono sicuramente larga importanza, e questo non solo quando il battello deve essere esposto in fiera.
La prima cosa che un armatore nota quando osserva una barca (chiaramente mi riferisco all'utente medio, non ai super-esperti) è il grado di lucentezza e brillantezza delle sue superfici.
Di fatti, a meno che non ci imbattiamo in una armatore che abbia approfondito egregiamente gli aspetti tecnici più profondi legati alla costruzione nautica, è difficile che il primo impatto sia legato alla 'robustezza della vetroresina' piuttosto che alla 'razionalità' dell'impianto elettrico. ...continua

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